- Dalle campagne ai campi di lavoro. Deportati e sbandati (ricerca d'archivio), Sassari, 2023.

ISBN 978-88-6025-607-2

 


Gli archivi italiani conservano ancora un’interessante documentazione sulle vicende militari di quanti combatterono nella Seconda Guerra Mondiale: sono i ruoli e i fogli matricolari. Purtroppo le banche dati presenti in rete non offrono un quadro esauriente per completare queste informazioni; ma a questo proposito vengono in aiuto preziose testimonianze che parenti e conoscenti dei soldati oggetti di questo studio ancora conservano con cura e attenzione e che, in questo caso, hanno offerto con generosità a chi ha scritto e a chi legge questo libro.

Nel volume si è voluta concentrare l’attenzione su un periodo vitale per la storia mondiale e, in particolare per quella italiana: le vicende successive all’8 settembre 1943, il momento dell’armistizio con gli Alleati. Analizzando elementi di microstoria, emergono vicende di singoli soldati che vissero quei drammatici momenti e tutto ciò che ne seguì. Tra questi sono state privilegiate quelle di chi proveniva da un piccolo paese della Sardegna, Berchidda.

L’autore ha voluto riservare ancora un atto di affetto per il suo luogo d’adozione e paese d’origine della sua famiglia; ha inoltre reso omaggio a quanti, catturati dai tedeschi, vissero quei drammatici tempi nei campi di lavoro in Germania, gli stalag, e a chi evitò quelle dolorose situazioni scegliendo la fuga, la latitanza o la prosecuzione della guerra nelle file delle formazioni ancora combattenti.

 

Come nascono la ricerca e lo studio che hanno permesso la realizzazione di questo nuovo volume?

In questi ultimi tempi è stata messa a disposizione di chi vuole approfondire i temi qui trattati una serie di database che raccolgono notizie e documentazione sui militari della seconda guerra mondiale fermati dopo l’armistizio (8 settembre 1943), internati in campi di concentramento o di lavoro (stalag) da quegli stessi soldati tedeschi, che fino ad allora erano stati alleati.

Tra i tanti nomi contenuti nelle banche dati, sono presenti anche combattenti provenienti dalla Sardegna e alcuni di questi da Berchidda. Fedele a una curiosità che ha animato le mie ultime ricerche e che si basa sulla familiarità e l’affetto con l’ambiente del paese che non mi ha mai abbandonato, ho iniziato a catalogare le vicende militari e gli episodi legati alla detenzione in campi tedeschi di internati berchiddesi. Il loro numero si è rivelato significativo. Per completare il volume di notizie così raccolte è stata fatta una ricerca di base sulla documentazione dei singoli conservata nell’Archivio di Stato di Sassari. Arricchiscono il quadro diverse testimonianze dirette fornite da parenti o amici dei soldati dei quali ci interessiamo.

Sono persone che soffrirono le condizioni dell’incertezza, dell’instabilità seguita all’armistizio, dello sbandamento, della cattura, dell’in­ternamento, del lavoro forzato; tutti elementi raccolti e narrati nelle pagine di questo volume. Seguire le vicende di questi uomini è importante perché ci permette non solo di conoscere le linee generali del problema che trattiamo, ma consente di venire a conoscenza di fatti rilevanti della vita di quelli che non erano solo soldati, ma individui e soprattutto persone. In tal modo possiamo superare gli stereotipi ormai diffusi e consolidati.

In genere ci fermiamo all’impatto della prima immagine: quella di un generico detenuto smunto, scheletrico, vestito con una logora divisa che assume la sembianza di un “pigiama” quasi sempre a righe; qui invece ci colpisce e predomina l’aspetto umano di individui privati della loro libertà. Ci troviamo così di fronte figure con il proprio nome, cognome, identità, età, provenienza, con un bagaglio di esperienza, diver­se connotazioni sociali e familiari, una comune pratica militare. Uomini con le proprie idee, paure, dolori, speranze, talvolta progetti da realiz­zare una volta finito l’incubo nel quale erano precipitati; uomini divenuti improvvisamente schiavi.

Tutte queste informazioni e riflessioni possono far capire fino in fon­do la tragica realtà della detenzione, di lavori forzati, violenze, soprusi, ingiustizie, abusi, torture fisiche e psicologiche (a volte fino alla morte) che subirono le persone delle quali in questa sede ci occupiamo. Altre volte emergono le vicende di chi sfuggì alla cattura – e quindi fu considerato “sbandato” – oppure di chi evase dalla detenzione; infine ci colpiscono le peripezie di quanti continuarono a combattere, chi nelle formazioni partigiane, chi nel giovane esercito della Repubblica Sociale di Salò.

Solitamente ci si presenta una realtà fatta di costrizioni che determinavano negli internati un senso di rassegnazione e – di conseguenza – la passiva accettazione del lavoro forzato che evitava eccessive privazioni e a volte – soprattutto quando i tedeschi stavano per perdere la guerra – favoriva persino fenomeni di integrazione. C’è una frase che tanti reduci, provati nel corpo e nello spirito, pronunciavano una volta tornati ai loro affetti: “tante vicende ho passato attraversando da un campo all’altro mezza Europa”. Potrebbe essere un riferimento che si adatta alla memoria di centinaia di migliaia di italiani che hanno combattuto prima al fianco dei tedeschi e infine hanno lavorato per loro.

In questo volume, ad una prima parte di carattere generale, nella quale sono trattati i temi di fondo che illustrano il momento storico, seguono tabelle e prospetti dedicati a svariati temi: dislocazione delle unità militari nella Penisola Balcanica e in Grecia, appartenenza ai vari repar­ti, luoghi di cattura, collocazione geografica degli stalag in Germania e in altri paesi, luogo di detenzione dei singoli oggetto della ricerca (quando noti), dei quali viene evidenziata anche l’estrazione sociale e professionale oltre che il grado di alfabetizzazione.

Si passa poi all’esame di singole schede dedicate a ciascun soldato di Berchidda. Sono 22 le persone di cui abbiamo rintracciato e ricostruito le vicende, tra le quali un berchiddese di adozione; non sono poche, considerando che il paese, a quei tempi, aveva circa 3.000 abitanti. È possibile che in futuro vengano alla luce altri documenti che facciano sì che il numero di soggetti da considerare possa diventare più consistente.

È presente ancora una sezione dove vengono riportati i dati ricavati dall’esame di documentazione militare (ruoli e fogli matricolari) tratta dall’Archivio di Stato di Sassari.

Alternate alla ricostruzione storica sono inserite alcune pagine che contengono racconti e relazioni di internati che vissero le stesse esperienze dei nostri protagonisti e altre che fanno ricordare i momenti successivi all’armistizio così come fu vissuto dai nostri paesi. I racconti, i resoconti, le affermazioni si basano in gran parte su relazioni compilate dopo la fine della guerra, fondate soprattutto sul ricordo o, al massimo, su qualche testimonianza scritta in base al materiale allora disponibile: piccoli foglietti, cartoncini, o persino pezzetti di stoffa. Per questo a volte le rievocazioni risentono della precarietà della situazione vissuta durante la compilazione o di una comprensibile imprecisione dovuta al passare del tempo e all’indebolirsi dei ricordi, soprattutto quando la testimonianza viene resa anni dopo gli eventi trattati.

Concludono il volume una bibliografia e una sitografia essenziali che sono state utilizzate per la realizzazione di questo studio ma possono servire anche al lettore più interessato per altri, nuovi approfondimenti personali.

Indice del volume

 

      disponibile prossimamente

  • Presentazione p. 5

  • Premessa  p.     7

  • Introduzione  p.     11

  • 8 settembre 1943. L'armistizio p. 11

  • Cattura o fuga p. 23

  • Viaggio p. 33

  • Arrivo p. 39

  • Alloggio p. 42

  • Lavoro e fame p. 50

  • Liberazione p. 61

  • Reparti p. 65

  • Servizi speciali p. 70

  • Militari italiani internati, sbandati, partigiani provenienti da Berchidda p. 71

  • Ricerca p. 73

  • Professioni e alfabetizzazione p. 75

  • Schede p. 79

  • Documenti. Ruoli matricolari p. 197

  • Bibliografia p. 247

  • Sitografia p. 2           

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